Martedì 7 maggio 2024, alle ore 17:15 presso la Gipsoteca di Arte Antica (piazza San Paolo all’Orto, 20), avrà luogo la presentazione del volume L’Ebreo errante. Nuove prospettive su un mito europeo, a cura di Fabrizio Franceschini e Serena Grazzini (Edizioni di Storia e Letteratura, 2023).
Interverranno, oltre al Rettore Riccardo Zucchi, Adriano Fabris (Università di Pisa), Laura Quercioli Mincer (Università degli Studi di Genova), Claudio Galderisi (Recteur Région Académique Nouvelle Aquitaine).
Il volume copre una vasta gamma di discipline e indaga su un mito che ha segnato profondamente la cultura europea, soprattutto – ma non solo – in senso antisemita. Sul sito dell’editore è possibile trovare il pdf dell’indice e dei nomi, oltre che degli abstract, la recensione di Marino Freschi uscita su Avvenire, e, infine, la breve intervista a cura del giornalista RAI Walter Skerk trasmessa il 21 aprile 2024 su Rai Radio 1 (a partire dal minuto 6′ 30”).
Il mito dell’Ebreo condannato da Cristo a vivere e ad errare sino alla fine dei tempi si forma pienamente con l’Età moderna, pur se muove da radici antiche. In questo volume, i nomi dell’Ebreo errante vengono fatti parlare per rivelare discontinuità e ambiguità del mito. I testi dell’Europa medievale e della Germania seicentesca, che l’hanno alimentato in tutto il vecchio continente, sono riconsiderati sulle fonti originali e in nuova prospettiva critica. Antropologi, storici, filosofi, letterati, linguisti, ebraisti, studiosi del teatro e delle arti seguono la multiforme fortuna dell’enigmatico Errante e ne indagano, in dialogo tra loro, i significati reali e simbolici. In importanti figure e in sorprendenti testi della diaspora ebraica si colgono risposte all’erranza materiale, etica e culturale dei singoli e delle comunità, mentre il sionismo si presenta come abolizione dell’Ebreo errante. Questa figura, emblema o stigma dal Seicento in poi del popolo ebraico, nella sua dimensione extraterritoriale, si imprime nell’immaginario collettivo, stimola la fantasia mitopoietica di grandi scrittori, straordinari artisti e umili cantori, diviene paradigma di pensiero, sollecita tra gli orrori del XX secolo e di fronte alla barbarie nazista una sua rilettura dall’interno stesso del mondo ebraico.